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ARGOMENTO: Aumento quota SIAE 2013

Aumento quota SIAE 2013 08/09/2013 11:52 #1

  • Andrea
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Qualche settimana fa, nel bel mezzo dell'estate (quindi con qualche mese di ritardo rispetto al solito), mi è arrivata a casa l'abituale richiesta di pagamento della quota annuale SIAE (cui sono iscritto da una decina d'anni come autore, ovviamente sezione musica).
La principale novità di quest'anno (di cui peraltro si aveva avuto sentore da mesi) è un importante aumento della quota associativa, passata dai 90 euro circa del 2012 agli oltre 150 attuali.
Chiaro che per i tanti iscritti che, come il sottoscritto, non vivono scrivendo musica, si tratta di un aumento notevole.

Al contrario delle numerose le critiche mosse spesso e da più parti alla SIAE, personalmente mi sento di esprimere un giudizio tutto sommato positivo sui servizi offertomi in questi anni, per quanto ne abbia usufruito in misura molto limitata.
Ma la questione è appunto questa.
La SIAE è nei fatti un'associazione di rappresentanza per certe categorie professionali (autori, editori ecc...), di certo non peggiore nel funzionamento di vari ordini professionali (provare per credere), alla quale però, per tanti motivi, risultano iscritti un numero importante di soci che professionisti non sono.
150 euro possono essere una cifra accettabilissima per chi lavora con la musica ed usufruisce effettivamente dei servizi SIAE, non lo sono per chi scrive e suona musica puramente per divertimento e passione. Eppure molti degli iscritti rientrano, in parte o del tutto, nella seconda categoria. Autori che magari, come me, si sono associati con la - discutibile - idea di voler tutelare alcune proprie opere, o talvolta con la speranza di poter trasformare un giorno una passione se non in un lavoro in un “mezzo lavoro”.
Questa quota elevata di iscritti non professionisti è un anomalia per un'associazione professionale. Difficilmente troverete una qualsiasi altra associazione di categoria professionale dove una parte consistente degli iscritti svolge quella stessa attività a livello solo amatoriale, campando quindi di tutt'altro.

La scelta più razionale e semplice, per i tanti che come me fanno musica solo per passione e non per lavoro, è probabilmente quella di cancellarsi da un'associazione professionale di questo tipo.
Ma un'altra soluzione, secondo me auspicabile, sarebbe quella di creare una serie di fasce di costi di iscrizione legate agli introiti dell'attività degli autori: tipo (quote di fantasia), 30 euro per chi ha ricavi nulli, 70 per chi ha ricavi molto bassi, 150 per chi svolge quest'attività come professione, e una cifra ancora maggiore per chi ha ricavi molto importanti (pochi, al giorno d'oggi immagino).

Personalmente non ho ancora deciso se continuare a rimanere iscritto, o lasciare che il rapporto associativo decada (da quanto dice la lettera della SIAE, semplicemente non pagando la quota dovuta entro fine anno, si viene automaticamente cancellati dall'associazione).
Certo rimango dell'idea che una soluzione migliore a questo forte aumento generalizzato si poteva e si doveva trovare.
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Re: Aumento quota SIAE 2013 03/01/2014 10:45 #2

  • Eugenio
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È una questione abbastanza intricata, io personalmente non sono iscritto ma sono membro di un gruppo di 5 elementi dei quali due sono iscritti per tutelare i nostri pezzi, la questione quindi non mi tocca sul personale ma da molto vicino; è vero che il servizio offerto è più che ottimo perché una volta iscritto puoi inserire e proteggere un numero infinito di lavori ma per altri aspetti la SIAE la vedo più come un monopolio culturale che protegge gli artisti ma li sovrasta e li soffoca.

Per coloro che producono musica ma non a livello professionale, quelli che magari hanno qualche traccia, un album oppure una one-man band credo che la registrazione alla SIAE risulti dispendiosa e poco sfruttabile, servirebbe un'alternativa per proteggere quei pochi lavori che si producono, il problema è trovarla.

Re: Aumento quota SIAE 2013 04/01/2014 19:13 #3

Non sono molto addentro alla questione e la mia esposizione si limiterà al solo "interesse" di chi fa musica per se senza avere necessità di compilazione di borderau per incassare i diritti.
A mio avviso si tratta della maggioranza dei musicisti.
A grandi linee, direi che SIAE offre poche cose:
1) deposito delle opere con servizio di data certa sul deposito (non so per quanto tempo)
2) eventuale assistenza per tutela legale, nel senso che è a disposizione per certificare la data certa del deposito
3) ripartizione dei diritti per l'esecuzione di opere sul territorio italiano
SIAE non tutela il diritto d'autore, che è comunque un diritto riconosciuto, e non opera al di fuori del territorio nazionale se non appoggiandosi ad analoghi enti privati (può anche darsi che dica una inesattezza).
L'acquisizione della data certa ed il deposito possono essere fatti anche autonomamente, facendo una bella busta chiusa e sigillata contenente quanto serve, ed andando alla Posta a farsi mettere un timbro postale per avvalorare la data di chiusura della busta. Poi si prende la busta e la si mette in un armadio.
In caso di plagio, si va da un avvocato con la busta e si fa causa per andare a vedere chi ha composto prima l'opera.

Diverso è il discorso sui diritti, che prevede che un musicista che produce (quindi molto) faccia e commercializzi dei supporti con le proprie opere.
Io credo che con la diffusione della distribuzione digitale, l'impotenza della tecnologia per la protezione delle opere "liquide", la internaziolizzazione facile della distribuzione, la liquidazione dei diritti fatta dai providers musicali secondo regole ben lontane da quelle SIAE, la diversità dei regimi fiscali internazionali....etc...etc.... SIAE non riesca a stare al passo con i nuovi mercati.
Per questo motivo vedo SIAE come un'azienda inutile che solo la poca accortezza dei politicanti italiani potrebbe ancora tenere in vita.
Ciao
Daniele


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