In una breve ma interessante intervista a
Repubblica, il celebre ingegnere del suono e musicista inglese espone il proprio punto di vista - piuttosto critico (come dargli torto, del resto...) - riguardo l'attuale fruizione musicale, incentrata su formati compressi e sistemi di riproduzione di scarsa qualità.
Parsons, che comincia la sua lunga carriera negli anni 60, collaborando ad
Abbey Road dei Beatles, è noto soprattutto per essere stato il tecnico del suono di
Dark side of the moon, celebre album dei Pink Floyd, da molti considerato un vero e proprio capolavoro (oltre che musicale) a livello di suoni, e più in generale di produzione audio.
Nella metà degli anni 70 fonda insieme ad Eric Woolfson gli
Alan Parsons Project, originale progetto pop-rock progressive che pubblicherà numerosi album (dove figurano molte canzoni di enorme successo, su tutte
Eye in the sky), fino allo scioglimento nel 1990.
In seguito Parsons ha continuato a lavorare nel mondo della produzione musicale, oltre a realizzare alcuni album solisti dove il pop si è talvolta mescolato alla sperimentazione elettronica.
Nell'intervista a Repubblica Parsons è critico sull'attuale ascolto musicale, ove imperano MP3 (o peggio) e sistemi di riproduzione a basso costo:
<<È triste che così tanti ragazzi oggi conoscano solo il suono degli MP3 sugli iPod e lo considerino un buon suono, il che ovviamente non è. Hanno perso l'esperienza dell'ascolto Hi-Fi: del resto l'industria punta su suoni artificiali e compressi. Io preferisco suoni dinamici e musica di alta qualità>>.