Secondo quanto riportato da
Digital Music Doctor (sito che mi è capitato di veder citato quale fonte relativamente attendibile in questo senso su alcune pagine web), questi sarebbero i software per la produzione audio attualmente più diffusi:
Le stime, stando a quanto dichiarato, sono basate su dati ricavati dalle ricerche per specifiche parole chiave sui principali motori di ricerca. Nel grafico soprastante viene indicata in colore verde una stima annuale (basata immagino sul 2011), in giallo quella relativa i primi mesi dell'anno corrente.
Comincio con il dire che nel caso specifico,
personalmente sono molto scettico sui dati ricavati dalla search.
In particolare, mi sembra assai problematico realizzare una stima attendibile quando si ha a che fare anche con nomi non univoci (ovvero termini del linguaggio comune, come "audition", "logic", "studio" ecc...; molto più semplice è il caso di un "Cubase"); ovviamente in un lavoro ben fatto ci sono delle tecniche per depurare i dati e ridurre certi errori, ma in generale credo sia molto difficile avere una stima abbastanza precisa.
Anche perché, tutto sommato, stiamo parlando di un settore relativamente di nicchia, che comunque non presenta numeri molto grandi; in queste condizioni dunque, basta poco per avere una notevole distorsione dei risultati.
Fra i dati che mi lasciano più perplesso, le
stime su Cubase e SONAR (che mostrano numeri veramente bassi), mentre mi sembra
molto elevato il risultato di FL Studio (che, stando ai primi mesi del 2012, sarebbe il sequencer più diffuso in assoluto); alti mi paiono anche i numeri di
Ableton Live e
Adobe Audition (e, in quest'ultimo caso sono ancora più stupito, usando questo software da una decina d'anni, credo - o credevo - di avere un'idea abbastanza precisa della user base dello stesso).
Per il resto,
Pro Tools rimane una delle soluzioni più diffuse sulle DAW, sebbene la sua leadership sia in bilico, e anche quella che presenta il calo più vistoso. Quest'ultimo dato non stupisce, e conferma alcune delle difficoltà di cui si è avuto notizia nei mesi scorsi in casa Avid; il gruppo americano, a mio avviso, ha compiuto una serie di mosse discutibili in ambito audio, a partire dalla cancellazione del famosissimo brand Digidesign. Probabilmente anche l'apertura - un po' timida forse - del noto sequencer all'hardware di terze parti è stata tardiva.
Fra le assenze (nel senso di software che apparentemente non vengono presi in esame), spiccano quelle di Reaper, Studio One, e del sequencer open source Ardour.