Come riportato da alcune fonti online, la recente intervista di Chase Carey (presidente di News Corporation) pone seri dubbi circa il
futuro di MySpace: il noto social network, particolarmente apprezzato (e utilizzato) dai musicisti, mostra infatti da tempo conti decisamente in rosso.
Risulta fin troppo facile indicare nel successo di Facebook (e in secondo luogo di Twitter) una delle principali cause del declino; lasciamo che siano i dati di Alexa a parlare:
traffico di MySpace e Facebook a confronto (stima Alexa)
traffico di MySpace e Twitter a confronto (stima Alexa)
Ma volendo guardare oltre i numeri, la questione è forse più complessa.
Nato nel 2003 negli USA, MySpace è stato probabilmente (specie negli Stati Uniti) il primo vero social network di massa, ed è quasi ironico che sia entrato in crisi proprio negli anni del boom delle reti sociali.
Uno degli elementi problematici, a mio avviso, è stata l'incapacità (o quantomeno la difficoltà) di MySpace nell'assumere una nuova specificità, nel riposizionarsi sulla base di una precisa identità (identità che, ad esempio, si è sicuramente costruito Twitter, pur essendo anch'esso ben lontano dai numeri di Facebook) in un web profondamente cambiato nel giro di pochi anni: MySpace era, almeno nel suo primo periodo, il "social network dell'avatar", un riferimento per community di un web ancora lontano dal quotidiano, o almeno non direttamente collegato ad esso; Facebook ha rappresentato e rappresenta per molti versi la fine di quel web (o più probabilmente, solo l'inizio della fine) a favore di una rete che contamina e si fa contaminare dalla dimensione reale, dalla vita quotidiana.
Uno dei pochi punti forti che MySpace ha però mantenuto, è stata la sua vocazione musicale, rimanendo senza dubbio la piattaforma sociale di riferimento per i musicisti.
Forse, una volta persa con Facebook la sfida come social network generalista, e vista l'importanza che da sempre avevano avuto in MySpace la musica (ed anche altre forme artistiche) e la comunità dei musicisti, una scelta affascinante sarebbe potuta essere quella di specializzarsi in questo senso.
Specializzarsi e costruirsi una nuova identità: il social network dei musicisti e degli appassionati di musica, ma anche dei fruitori di musica.
Una mossa che, a dire il vero, probabilmente è stata anche tentata, ma senza la necessaria chiarezza, senza crederci fino in fondo.
Più che Facebook, forse, il vero vincitore su MySpace è stato YouTube: perché oggi la gente ascolta la musica su YouTube, e non su MySpace?
Una domanda importante, questa, per capire il declino di MySpace.
Del resto, di cause aggiuntive se ne potrebbero trovare tante: problematiche tecniche (la pesantezza di molte pagine e la conseguente lentezza delle stesse, la mancanza per lungo tempo di funzionalità quali la chat...) affrontate con più decisione solo in tempi abbastanza recenti, una veste grafica spesso confusa e disordinata, la macchinosità di alcune funzioni (perché la gente ascolta la musica su YouTube? perché è facile e immediato)...
Ciònonostante, per la musica e per i musicisti, sarebbe davvero un peccato se MySpace chiudesse.
L'idea di un social network per creativi, musicisti e appassionati di musica in primis, rimane affascinante: chissà che MySpace non tenti davvero di rinnovarsi in tal senso? (AB)