Una delle problematiche più comuni che ci si trova ad affrontare lavorando in fase di missaggio su una parte di cantato, è l'eccessiva presenza delle sibilanti.
Con il termine sibilanti ci si riferisce a uno specifico fruscio riscontrabile in certe registrazioni vocali in corrispondenza della
pronuncia di alcune lettere nel cui suono sono contenute molte alte frequenze (tipicamente le consonanti come "s" e "z", ma non solo). Va sottolineato come la presenza più o meno netta delle sibilanti nel mix finale sia legata anche ad una precisa scelta artistica (molti tecnici del suono amano farle uscire un po' più del normale), ma quando questi suoni sono enfatizzati eccessivamente, vuoi per lo stile di canto, vuoi per la ripresa, vuoi per altri motivi, le sibilanti divengono fastidiose, stridenti e penetranti.
Le cause
Come accennato, le cause di un'eccessiva presenza di sibilanti in una parte di cantato (o, più in generale, in una qualsiasi registrazione della voce) possono essere varie; fra le principali possiamo individuare:
- lo stile di canto
- il microfono: in particolare, i modelli a condensatore (in genere utilizzati nella ripresa della voce), soprattutto quelli economici, possono presentare una risposta accentuata e stridente alle alte frequenze
- tecnica di ripresa: un microfonaggio molto vicino, attualmente diffuso come approccio per la ripresa vocale, può contribuire ad accentuare le sibilanti
- equalizzazione: la tendenza odierna a prediligere una voce (e più in generale un mix) molto chiara, che esca nettamente sopra le parti strumentali, frutto di un'equalizzazione in questo senso, favorisce un'enfatizzazione delle sibilanti
- compressione della voce: certe tecniche di compressione della linea vocale, possono contribuire ad accentuare le sibilanti
Le soluzioni
Le sibilanti risiedono - a seconda della voce in questione - grossomodo in un arco di frequenze che va dai 2-3 kHz fino ai 10 kHz (la maggior parte in genere si trova oltre i 5 kHz). Ovviamente, non è possibile pensare di eliminarle utilizzando semplicemente un equalizzatore per tagliare selettivamente le frequenze in questione, poiché in questo caso si andrebbero ad alterare tutti i suoni che possiedono tali frequenze, e non solo le sibilanti. Al contrario, il de-essing è un processo dinamico, che deve attivarsi solo quando il segnale nel range delle sibilanti supera una certa soglia.
Esistono comunque varie tecniche per risolvere il problema; vediamo tre delle più comuni:
- de-esser: l'uso di un de-esser (in genere sotto forma di un plug-in software) è indubbiamente l'approccio più semplice e comodo al riguardo. Un de-esser è fondamentalmente un processore dedicato ad intervenire specificatamente sulle sibilanti; in linea di massima, possiamo pensarlo come un compressore che lavora in maniera selettiva sui picchi nel range di frequenze delle sibilanti.
A livello di controlli, in genere, c'è la possibilità di definire più o meno precisamente la gamma di frequenze su cui intervenire, regolare la sensibilità dello strumento e l'incisività della sua azione.
Fra i tanti software disponibili (spesso commerciali), vale la pena di segnalare l'interessante SPITFISH, plug-in gratuito di ottima qualità - compressore con equalizzatore in side chain: una volta individuata la gamma di frequenze delle sibilanti, si utilizza un equalizzatore per aumentarne il livello di alcuni dB. Ciò permette di sfruttare il segnale che esce dall'equalizzatore (che diventa un segnale "pilota") per controllare in side chain il compressore, il quale risponderà in maniera selettiva ai picchi causati dall'equalizzazione che enfatizza le sibilanti. In generale, si dovranno utilizzare impostazioni di attacco e rilascio molto veloci, per riuscire a controllare efficacemente le sibilanti.
In pratica, così facendo si realizza un de-esser basato su un compressore pilotato in side chain da un segnale appositamente equalizzato per esaltare le sibilanti - automazione del livello: con i moderni software di missaggio, è abbastanza semplice intervenire manualmente sul livello della traccia nei punti in cui si trovano le sibilanti. Nella pratica, si tratta di realizzare un'automazione che abbassi il livello dell'audio quando si presentano le sibilanti. E' un lavoro evidentemente piuttosto ripetitivo e noioso, ma tutto sommato semplice, che può dare ottimi risultati sul piano qualitativo (ad esempio è estremamente selettivo, prevenendo qualsiasi rischio di andare ad alterare la voce nel suo complesso)
Al di là dell'approccio che si sceglie di utilizzare, ci si può chiedere in quale punto della catena (del trattamento della voce) vada inserito il de-esser. Utilizzando un de-esser in insert, probabilmente l'opzione più logica sta nell'inserirlo dopo equalizzazione e compressione, poiché a quel punto è più chiara l'azione di de-essing richiesta. Non si tratta comunque di una scelta scontata, e vale la pena di fare un po' di prove per decidere la soluzione migliore.
In secondo luogo, è importante sottolineare come l'azione di de-essing non debba finire per eliminare (o meglio abbassare troppo) le sibilanti, così da rendere la pronuncia innaturale. La scelta di quanto "far uscire" le sibilanti è soprattutto una questione artistica, ma è bene ricordarsi di non esagerare in un senso o nell'altro.
Commenti
Se usato selettivamente sul canale della voce non comporta problemi al resto e molto dipende anche dalla Q applicata....stringendo l'angolo si interviene in misura strettissima anche solo su una frequenza. il discorso sull'automazione del livello e' pericoloso come sopra......il livello abbassa tutto...e questo non è un bene. E' sempre preferibile intervenire pista per pista e mai a valle in uscita rischiando di compromettere anche quello che è buono.