Atteso da diversi mesi, e anticipato da indiscrezioni e voci di corridoio, è finalmente in arrivo il nuovo servizio musicale cloud di Apple, denominato iTunes Match; la nuova proposta della casa di Cupertino nasce nel più generale ambito del discusso iCloud (un insieme di servizi di cloud computing sviluppato da Apple), e si propone come alternativa a Google Music, Amazon Cloud Drive e altre offerte simili. In realtà, ci sono alcune differenze piuttosto significative nel funzionamento di iTunes Match rispetto alla concorrenza.
Cosa è e come funziona dunque iTunes Match? in generale, iTunes Match è un servizio che permette di archiviare in rete (su server poi accessibili da qualunque computer o dispositivo mobile compatibile) la propria collezione musicale digitale (qualunque sia la fonte della stessa; non è assolutamente necessario infatti che essa sia stata acquistata su iTunes).
Per fare questo, Match non effettua alcun upload dei files presenti sul vostro disco fisso: si limita infatti a ricercare le canzoni corrispondenti (to match, far corrispondere) nell'enorme catalogo di iTunes (quasi 20 milioni di brani), ricreando così una copia virtuale della vostra collezione musicale. Un'interessante conseguenza di questo è che potrete ascoltare i brani alla qualità di 256 kb/s di Match, qualsiasi sia la qualità delle canzoni presenti sul vostro disco fisso.
Un'eccezione è costituita da quei brani che non dovessero trovare corrisponenza in Match; in questo caso i vostri files verranno effettivamente caricati sui server remoti, ma viste le dimensioni del catalogo di Apple, è probabile si tratterà di casi relativamente rari.
Il costo del servizio, al momento ancora disponibile soltanto negli USA, sarà di circa 25 $ l'anno; naturalmente Apple pagherà dei diritti alla case discografiche sulla base dell'utilizzo dei brani stessi.
Personalmente, come nel caso di Google Music, continuo a rimanere perplesso circa il background culturale presente alla base di questo approccio alla musica: una visione strettamente quantitativa, che finisce per ridurre la dimensione musicale più ad un fatto di gigabytes e memorie di massa che artistico. Oltre che, naturalmente, a un fatto commerciale. (AB)
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