Quando si ha a che fare con il posizionamento a distanza (o le altre tecniche descritte nei seguenti articoli: Equalizzazione: creare spazio nel mix, Equalizzazione: livelli automatici nel mix), si entra nel campo di tecniche di equalizzazione piuttosto sofisticate, di cui spesso si parla poco, ma che sono molto utilizzate dagli ingegneri del suono.
Potreste aver provato a costruire un posizionamento spaziale, in un mix, semplicemente utilizzando il riverbero o altri effetti per la simulazione di specifici ambienti acustici. Se l'avete fatto, vi sarete senza dubbio resi anche conto che questo metodo non funziona veramente bene, e il mix tende a diventare un'amalgama di suoni impasticciati e confusi.
Questo in parte è dovuto al fatto che il posizionamento a distanza realizzato con l'EQ, è strettamente legato al fenomeno dell'effetto prossimità (aumento del volume delle basse frequenze che si presenta con microfoni con direzionalità singola, quando la sorgente sonora è particolarmente vicina, NdT), che si presenta con la maggior parte dei microfoni a direzionalità precisa (tipicamente cardiode, NdT), con l'orecchio umano, e anche con la diffusione sonora stessa. Sto usando qui la terminologia "effetto di prossimità" con un significato più ampio di quello che gli si da di solito. Lasciatemi spiegare meglio.
Quando un artista (es. un cantante, NdT) si avvicina molto - forse anche troppo - al microfono, succedono due cose. Primo, aumenta moltissimo la quantità di basse frequenze riprese, sia perché a distanza ravvicinata c'è minor dispersione delle stesse, sia soprattutto perché la tecnologia costruttiva dei microfoni cardioidi enfatizza questo effetto.
In secondo luogo, anche le frequenze alte crescono, perché ad una distanza così ravvicinata c'è minor dispersione.
Come ingegnere del suono, potete sfruttare questo fenomeno nei vostri missaggi. Aumentando artificialmente con l'equalizzazione le frequenze basse e alte, potete ottenere un suono che sembri molto più vicino di quanto non lo sia in realtà.
Va detto che questa tecnica oggi è un po' abusata, con il risultato di molti mix che suonano troppo "Hi-Fi".
Ricordatevi che è possibile fare anche il contrario, e alleggerire un po' certi strumenti (attenuando un po' bassi e alti) con l'intenzione di posizionarli dietro nel mix, e farli sembrare più piccoli e lontani.
Il vero segreto del missaggio sta nel mescolare "luce ed ombra", contrastare una parte con un'altra. Con un uso attento dell'equalizzazione sui bassi e sugli alti - insieme a un po' di riverbero molto corto - quale strumento per il posizionamento spaziale delle varie parti, si può creare l'illusione della distanza, ottenendo dai vostri mix un suono complessivamente più "grande", rispetto a quanto si possa raggiungere cercando di far suonare "grande" ogni singola parte.
Il grande appare tale solo perché ci sono altre cose che appaiono piccole; un concetto che è facile dimenticare quando si mixa.
Liberamente tradotto da Mix a pop song - 7e - Distance Placement per gentile concessione di AudioMelody
Commenti
soundcloud.com/.../...
Ad ogni modo la versione in PDF e questa sono frutto di due traduzioni diverse, e in alcuni punti ci sono delle differenze nel significato (sebbene in genere si tratti di sfumature).
In effetti anche per me è più un trattato, ma mooolto illuminante, la mia esperienza è stata esaltante seguendo questi suggerimenti, come dimostra il link che ho allegato al commento precedente, altri "tutorial" del tipo fai così, fai cosà mi han portato a risultati che trovo deludenti, poi ovviamente l'esperienza porta a maturare e capire tante cose non scritte negli anni, non mi sono accorto delle differenze, ora le cercherò con più attenzione, comunque è a mio avviso il miglior contributo per chi fa home recording e ha la pazienza di leggere e ragionarci sopra.