Arrivati a questo punto, dovreste avere un mix piuttosto buono - certamente molto migliore degli ascolti precedenti. Tuttavia, è probabile che in certi punti della canzone i livelli degli strumenti non siano perfetti. Vale la pena di prendersi una pausa (ancora tè e biscotti?), allontanarsi un po' dalla console e ascoltare nuovamente il mix, magari su casse più piccole e a volume molto basso. Personalmente, in questo genere di pause-tè, mi piace sedermi in un punto diverso della stanza (magari il divano sul retro), e ascoltare ad un volume bassissimo, provando quasi a non ascoltare. Magari addirittura ascoltare fuori dalla stanza di regia, con la porta chiusa! (non sono l'unico che fa cose del genere). Ti da un'altra prospettiva, e in fondo tutti noi siamo abbastanza abituati ad ascoltare la musica proveniente dalla stanza di qualcun altro, con la porta chiusa.
Quindi prendo nota, su carta o mentalmente, delle mie impressioni.
Un ascolto a basso volume apre gli occhi (o dovrei dire gli orecchi?). Per varie ragioni - sebbene a basso volume non sia possibile sentire particolarmente bene tutti i dettagli dei singoli strumenti - si riescono a valutare incredibilmente bene le problematiche di livelli mal bilanciati.
Questo non significa che non dobbiate utilizzare i monitor di grandi dimensioni, se lo studio ne è dotato. I monitor principali di uno studio di registrazione sono molto costosi (una cifra intorno ai 50000 $ non è un prezzo strano, per una coppia di queste casse), e parte della ragione risiede nella loro accuratezza nella riproduzione dei dettagli sonori; sono dunque eccellenti per assicurarsi di aver "tirato fuori" tutti i particolari di un suono, e aver sistemato eventuali "conflitti" fra sorgenti sonore diverse - specialmente nella gamma medio bassa e bassa. La gamma bassa suona sempre piuttosto bene sulle casse di piccole dimensioni, quindi assicuratevi di controllarla sui grandi monitor principali per avere un quadro oggettivo al riguardo. Un controllo ancora più importante nel caso di dischi destinati ad esser suonati nei locali notturni.
Nel caso non abbiate a disposizione casse monitor di grandi dimensioni, la cosa migliore che potete fare è ascoltare ad un volume piuttosto elevato così da sentire (e percerpire) adeguatamente la gamma bassa, quindi tornare ad un volume più basso appena possibile. Questo perché un ascolto prolungato ad alto volume finirà per stancare velocemente i vostri orecchi, o addirittura per danneggiarli a lungo termine.
Nella maggior parte degli studi di registrazione, evitate di ascoltare a basso volume sui monitor principali. In genere le casse di grandi dimensioni suonano male a basso volume, e non "prendono vita" finché non le fate suonare a livelli più elevati. Sono pensate per funzionare a volumi medio alti, e suonano molto diversamente a volumi moderati. Per ascolti a basso volume, dunque, utilizzate i più piccoli monitor near-field.
Utilizzare varie casse monitor a diversi volumi di ascolto, aiuta ad "esplorare" il mix a livelli di dettaglio differenti. Vi capita di utilizzare il computer per scrivere o fare grafica? si? allora potete paragonare l'ascolto a basso volume sui monitor di piccole dimensioni ad uno "zoom indietro" (zoom out) del mix, per avere una visione d'insieme; e l'ascolto a volume elevato sui grandi monitor principali ad un ingrandimento (zoom in) per vederne i dettagli. Avete bisogno di ascoltare il mix da numerose prospettive diverse, per ottenere un risultato che possa suonare bene nei contesti più differenti.
Un riepilogo del monitoraggio può essere:
- ottenere suoni corretti ascoltando a volume medio alto (su casse monitor di grandi dimensioni, se disponibili)
- ottenere un "bilanciamento" dei livelli adeguato ascoltando a volume moderato (su monitor di piccole o medie dimensioni), con eventuali piccole correzioni sui suoni se necessarie
E' interessante notare che quando si ottiene un bilanciamento corretto dei livelli del mix lavorando a volume molto basso, raramente ci saranno problemi in questo senso ascoltandolo poi a volume elevato. Non è quasi mai vero il contrario. Se vi è capitato di fare un missaggio lavorando solo a volumi elevati, sono sicuro che avrete avuto un'amara delusione ascoltando successivamente il lavoro a basso volume, accorgendovi che i livelli erano del tutto sbagliati. Alcuni dei mix che ho fatto a volumi troppo elevati, suonavano davvero imbarazzanti ai normali volumi di ascolto. Anche nel caso di musica pensata per essere suonata a volumi elevati (musica heavy metal, pezzi da discoteca...) dovreste comunque fare i bilanciamenti lavorando a basso volume, altrimenti i vostri brani suoneranno molto male ascoltati su una radio o in auto. In genere, l'unico modo per recuperare un mix con questo tipo di problematiche, è comprimerlo con decisione e riequalizzarlo in fase di mastering, il ché non è auspicabile, avendo tutta una serie di effetti collaterali indesiderati.
Dunque, tenendo presenti questi avvertimenti, procediamo con l'affrontare in dettaglio la raffinata arte del bilanciamento dei livelli del mix.
Spesso, la prima cosa che i tecnici senza molta esperienza fanno a questo punto, è accendere le automazioni e cominciare a programmare i movimenti dei fader. Io resisto a questa tentazione. Accenderò le automazioni e (per comodità) programmerò i "mute", ma per il momento lascerò i fader in modalità manuale.
Il mio punto di partenza preferito non è automatizzare i fader, ma piuttosto ascoltare con attenzione per identificare quale sia veramente l'origine di eventuali problematiche. Se un certo strumento "esce troppo fuori" dal mix in certi punti della canzone (o, al contrario, tende a sparire), ci sono due modi per risolvere la cosa senza ricorrere alle automazioni. In primo luogo, potete provare ad applicarvi un po' più di compressione - vedete se un compressore riesce a risolvere automaticamente il problema. In secondo luogo, potete provare a equalizzare la parte in modo che l'EQ tenda ad attenuare (o ad aumentare) il suono in punti significativi del range melodico dello strumento.
Fate attenzione al fatto che non si tratta dello stesso uso dell'EQ che avete fatto fino a questo momento. Fino ad adesso, abbiamo utilizzato l'equalizzatore per rimuovere risonanze indesiderate - che significa intervenire con una curva molto stretta su frequenze precise - o per migliorare più genericamente un suono - che di solito comporta intervenire sulle subarmoniche (equalizzazione sulle basse frequenze), o sulle armoniche superiori intorno ai 3 kHz o ancora oltre.
Quello a cui ci riferiamo adesso, è lavorare con l'EQ su punti molto precisi al centro del range melodico - il ché comporta l'uso di curve piuttosto strette a livello delle frequenze centrali dello strumento, e non sulle armoniche più alte (dove in genere si interviene per migliorare il suono).
Equalizzatore e compressore, quando usati come strumenti per bilanciare i livelli, tendono a interagire fra loro - i cambiamenti applicati ad uno tendono a riflettersi, in una certa misura, anche sui risultati dell'altro - dunque potreste dover lavorare con attenzione per trovare un corretto equilibrio fra le due tecniche.
Ma perché fare tutto ciò, quando potreste automatizzare i fader?
- in primo luogo, è un'operazione decisamente più veloce. Usando questa tecnica per correggere il bilanciamento in un certo punto della canzone (controllando sempre che non sorgano problemi in altri punti del pezzo), in genere lo strumento in questione tenderà a "sistemarsi da solo" per l'intera durata del mix.
Sebbene in genere sia possibile, nei sistemi automatizzati, copiare uno specifico movimento dei fader in più punti della canzone, si tratta spesso di un lavoro lungo e noioso, cosìcché la maggior parte dei tecnici preferiscono programmare a mano le automazioni per tutta la durata del mix - altro lavoro molto lungo - la seconda ragione per cui utilizzare EQ e compressore come strumenti di bilanciamento automatico del mix si rivela una buona idea, è che il risultato finale tende ad essere molto "più musicale". Usare le automazioni dei fader per ottenere la stessa cosa, di solito comporta l'applicazione di numerosi piccolissimi movimenti dei fader che "guidano la melodia". EQ e compressore possono fare lo stesso lavoro in modo automatico, se ben utilizzati; è probabile che abbiate comunque bisogno di alcune automazioni, ma in genere si tratterà di interventi di natura più "generale", piuttosto che di complicati, piccolissimi movimenti dei fader
- terza ragione, EQ e compressore vi faciliteranno parecchio la vita, se il vostro sistema fosse privo di automazioni. In passato, la gente ha lavorato per anni senza automazioni, facendo comunque ottimi dischi. Queste sono alcune delle tecniche grazie alle quali ci sono riusciti
Dunque, cosa fare se la vostra console è priva di automazioni?
Se non avete automazioni (una situazione ancora comune, nei piccoli studi dotati di console analogiche), niente panico. Non tutto è perduto, e potrete comunque fare un ottimo lavoro. Prima che ci fossero le automazioni, si lavorava così:
- in primis, utilizzate EQ e compressore per far sì che il mix si "sistemi da solo", come spiegato sopra
- in secondo luogo, per eventuali parti musicali prodotte su un sequencer software e registrate poi su nastro, potreste farle suonare in tempo reale dal sequencer stesso e sfruttare le sue funzionalità di automazione per bilanciarne i livelli. Personalmente, in genere preferisco registrare le parti da un sequencer esterno su tracce audio separate, piuttosto che farle suonare in tempo reale dal sequencer stesso; c'è minor rischio di fare errori, si ha una sicronizzazione migliore (meno limitazioni causate dal MIDI), e non c'è ogni volta da attendere che il sequencer si sincronizzi - il ché rende il lavoro più semplice, ma in fondo non si tratta di problemi così grandi
- terza opzione (sempre nel caso di parti musicali realizzate su sequencer, NdT) - la mia preferita, decisamente più veloce di ciò che ho descritto sopra - registrate nuovamente le parti del sequencer su tracce audio separate, regolando a mano i livelli durante la registrazione stessa. E' molto più veloce rispetto a lavorare sul sequencer, e vi consente di intervenire su qualsiasi livello sbagliato. Fra l'altro, significa anche disporre di una registrazione multitraccia decisamente migliore, nel caso qualcuno dovesse remixare il pezzo
- ancora, nel caso abbiate registrazioni di strumenti realmente suonati (non tracce MIDI di un sequencer, NdT), e stiate lavorando su un banco di missaggio con fader reali ("fisici", non virtuali, NdT), potete cercare di trovare un paio di tracce libere e mixare su queste l'intera canzone mentre la state facendo suonare - intervendendo al tempo stesso sui livelli di quelle parti del mix da modificare. Questo vi da molti dei vantaggi delle automazioni; magari potreste aver bisogno dell'aiuto di un amico, per intervenire in tempo reale sui fader, se ce ne sono molti da muovere in contemporanea, ma alla fine si tratta di un'esperienza divertente! Non c'è nemmeno necessariamente bisogno che sia una persona capace di mixare, basta che gli spieghiate quali fader muovere e quando farlo. Fate dei segni accanto ai fader con la matita per aiutarlo. In passato, questo era un classico lavoro da assistente tecnico dello studio, ed era un ottimo modo per far pratica e imparare l'arte del missaggio. La figura dell'assistente è ancora presente negli studi che lavorano sulle colonne sonore, dove in genere ci sono diverse persone preparate disponibili ad aiutare nel lavoro di missaggio, rendendo lo stesso più veloce e decisamente più piacevole rispetto a lavorare con un sistema di automazione al computer
- infine, in una situazione simile alla precedente, ma in cui manchi una coppia di tracce libere per mixare nuovamente l'intera canzone, potete inviare le varie sezioni separate della stessa verso dispositivi esterni, come un registratore DAT o a bobine, quindi rimettere insieme il tutto - usando forbici e nastro adesivo se necessari (ehm... non sul DAT... per fare editing con le bobine, intendo!). Sebbene sia una procedura che richiede tempo, e un certo lavoro prima che le varie sezioni possano essere riascoltate tutte insieme, si tratta di un metodo che è stato utilizzato per molti anni con dei missaggi complessi, quando non c'erano le automazioni. Lo svantaggio principale è che correggere gli errori diventa un lavoro complicato, in cui dovete scollare e separare pezzi di nastro per riportarne le parti su un computer o su altri pezzi di nastro ancora sparsi in giro per la stanza. Molti tecnici - me compreso - sanno cosa vuol dire aver passato un sacco di tempo a cercare sul pavimento, sotto il registratore a bobine, venti secondi di nastro letteralmente aggrovigliati con altri pezzi di nastro
Ma in generale, cosa state cercando di ottenere?
State cercando di ottenere un mix in cui, per la durata dell'intera canzone, i livelli dei diversi strumenti suonino "equilibrati". Questo non significa necessariamente "sempre costanti" (che sarebbe solo monotono). Se qualche elemento si sente di più, in alcuni punti del mix, non è detto che dobbiate immediatamente abbassarlo. Può darsi che il fatto che "esca di più" in alcuni punti della canzone sia giusto, no? ascoltate attentamente prima di intervenire. Può anche darsi, al contrario, che sia tutto il resto del mix a dover essere alzato in quei punti, piuttosto che abbassare quello strumento che sembra risaltare.
Come si fa ad ottenere tutto ciò?
Come abbiamo accennato in precedenza, il trucco per sistemare i livelli è ascoltare a volume molto basso, su casse di piccole dimensioni. Non si tratta insomma del genere di cosa da fare a pieno volume sui monitor principali. E' corretto arrivare ad ottenere delle regolazioni di massima lavorando con gli ascolti principali, ma le regolazioni più accurate e minimali dei fader non si riescono a sentire correttamente a quei volumi di ascolto; provate a lavorare su queste regolazioni tenendo un volume leggermente più basso di quello che potreste avere ad un tranquillo ascolto su un Hi-Fi domestico.
C'è qualcosa a cui porre particolare attenzione?
Si! L'errore più comune è quello di passare letteralmente ore ed ore a lavorare con le automazioni, aggiustando i movimenti di ogni fader per tutta la lunghezza del mix, cercando di correggere anche le più piccole imperfezioni. Molti mettono delle parti in loop, a volte perdendo un sacco di tempo su segmenti di dieci o venti secondi, muovendo continuamente tutti i fader in una specie di "ola".
Se fate così, le automazioni finiscono per diventare una specie di complesso compressore, con il risultato di distruggere la dinamica e la musicalità del mix. Quando lo ascolterete in seguito, il pezzo non entusiasmerà nessuno. Un indizio di tutto questo, è quando (lavorando su software, NdT) le dimensioni in bytes del progetto (se potete controllarle) divengono enormi - a indicare che, per tutta la durate del pezzo, quasi ogni fader è in (magari solo leggero) movimento. Movimenti di fader sovrapposti ad altri movimenti, sovrapposti ad altri movimenti ancora. Una cosa del genere non può suonare bene, non credete? Spesso, state solo "lottando" per correggere altri movimenti che avete impostato in precedenza, e che probabilmente sarebbe meglio rifare da zero, piuttosto che modificare infinite volte.
Così, affidarsi troppo alle automazioni può portare a mix decisamente "blandi", senza dinamica e vitalità - dunque non impazzite con le automazioni, usatele solo per mantenere un equilibrio abbastanza costante, nulla di più, altrimenti finirete per sprecare ore ed ore con il risultato di "uccidere" progressivamente la canzone. A meno che la band non sia davvero senza speranza, provate a lasciare ai musicisti la ricerca della corretta espressione dinamica. Sono pagati per questo.
Liberamente tradotto da Mix a pop song - 9 - Track Sharing per gentile concessione di AudioMelody
Commenti
soundcloud.com/.../...
Ad ogni modo la versione in PDF e questa sono frutto di due traduzioni diverse, e in alcuni punti ci sono delle differenze nel significato (sebbene in genere si tratti di sfumature).
In effetti anche per me è più un trattato, ma mooolto illuminante, la mia esperienza è stata esaltante seguendo questi suggerimenti, come dimostra il link che ho allegato al commento precedente, altri "tutorial" del tipo fai così, fai cosà mi han portato a risultati che trovo deludenti, poi ovviamente l'esperienza porta a maturare e capire tante cose non scritte negli anni, non mi sono accorto delle differenze, ora le cercherò con più attenzione, comunque è a mio avviso il miglior contributo per chi fa home recording e ha la pazienza di leggere e ragionarci sopra.