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Mixare una canzone pop - Riepilogo

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Indice
Mixare una canzone pop
Prima di cominciare
Familiarizzare con il brano
Calibrate le orecchie con un mix di massima
Il missaggio vero e proprio
Usare un noise gate
Aggiungere le parti di pad
E' il momento di una pausa
Aggiunta delle parti principali e tecniche di equalizzazione
Equalizzazione: riduzione del rumore
Equalizzazione: riduzione delle armoniche
Equalizzazione: miglioramento del suono
Bong, Boff e brillantezza
Equalizzazione: posizionamento a distanza
Equalizzazione: creare spazio nel mix
Equalizzazione: livelli automatici nel mix
Equalizzazione e trattamento delle parti principali
Tracce condivise
Riepilogo: aggiungiamo le parti principali
Regolazioni accurate dei livelli del mix
La lucidatura finale
Registrare il mix su DAT o CD
Riepilogo

Se possibile, si dovrebbe trovare il tempo per fare una "revisione del mix" la mattina successiva. Ma prima di parlare di questo, vorrei aggiungere alcuni commenti finali sul lavoro di missaggio in sé.

Possiamo riassumere il processo di missaggio più o meno in questi passaggi:

  • comprendere al meglio la canzone e il materiale registrato a nostra disposizione
  • realizzare un mix di massima (rough mix), con tutti gli strumenti
  • realizzare una buona base di batteria, basso e parti di pad
  • passare alla fase successiva, in cui attivare e sistemare le varie parti soliste
  • aggiungere il cantato e i cori
  • sistemare il mix, in modo che funzioni bene per tutta la sua durata
  • fare un'ultimo controllo "generale" sui livelli e, eventualmente, applicare la compressione all'intero mix
  • eseguire un mixdown in stereo
  • rilassarsi
  • dormirci sopra

Ma come ho detto in precedenza, si tratta processo iterativo. Rivedrete e modificherete più volte le varie parti, via via che il mix prende forma - tuttavia con il procedere del lavoro, le modifiche dovrebbero essere sempre meno radicali. Dovreste arrivare alla conclusione del missaggio progressivamente, per gradi. Alla fine del lavoro, dovreste essere sicuri che si tratta di una rappresentazione "quasi perfetta" di ciò che vi immaginavate di raggiungere all'inizio. Al contrario, non dovreste aver l'impressione che qualcosa avrebbe potuto esser "fatto meglio". Sono questi i motivi per i quali, spesso, i missaggi durano fino a tarda notte. Si tende a non vedere una fine, e a lavorarci sopra, lavorarci e lavorarci ancora finché il risultato non sembra assolutamente perfetto. E poi si va a dormire, dopo una breve pausa di rilassamento.

Non è facile scrivere un articolo come questo, cercando di raccontare "a memoria" delle procedure, e sicuramente avrò tralasciato alcuni aspetti significativi. Rivedrò questa trattazione, ogni tanto, tenendo conto dei commenti dei lettori, e magari aggiornandola se mi renderò conto di aver dimenticato qualcosa di importante.

Ad esempio, sul piano pratico, in una sessione di missaggio analogico ci sono diversi aspetti rilevanti di cui si deve essere a conoscenza.
Oltre all'evidente importanza di assicurarsi che il registratore multitraccia sia correttamente allineato e smagnetizzato prima di cominciare a lavorare - e che stiate mixando usando la testina "repro",  e non la testina "sync" (che ha una risposta diversa sulla alte frequenze) - è altrettanto importante ricordarsi di pulire saltuariamente le testine stesse, nel corso della sessione. Un nastro analogico si sporca molto durante il missaggio, e dovrete usare diversi pezzi di cotone per togliere l'ossido dalle testine. Una problematica che può riguardare il nastro stesso - usandolo per ore e ore, il master potrebbe suonare leggermente più scuro, e potreste dover compensare questo effetto (che comunque non dovrebbe essere troppo evidente, a meno che non ci siano problemi più seri, come delle testine magnetizzate).

Come ho già detto, ci sono probabilmente altre cose di cui mi sono dimenticato di parlare. Cercherò di aggiungerle, se me ne dovessi accorgere.

Infine, voglio sottolineare come il contenuto di questi articoli sia legato alla mia personale esperienza lavorativa di molti anni in questo ambito, ma potrebbe non riflettere affatto l'esperienza di molti altri ingegneri del suono; non voglio dunque affermare che questo sia l'approccio "giusto" per qualsiasi circostanza. Tuttavia, per quella che fino ad adesso è stata la mia esperienza nei lavori di missaggio, quanto ho scritto è ciò che avviene nel 99% dei casi.

Le uniche occasioni nelle quali il lavoro si discosta decisamente da quel che abbiamo discusso, sono quelle in cui si aiutano persone meno esperte, che spesso si perdono in percorsi strani, alternando improvvisi cambiamenti di approccio durante la sessione - finendo in genere per ricominciare il mix quasi da capo. In queste circostanze, di solito, non vedo l'ora di uscire dallo studio, perché c'è il rischio reale di un lavoro infinito. Cercate di usare il vostro tempo in maniera ragionevole, guardando l'orologio, ogni tanto. Le sessioni di missaggio che durano più di una giornata, in genere non sono molto piacevoli.

L'ultima revisione del mattino successivo

Adesso parliamo di quel che ci si dovrebbe aspettare da un'ultima "revisione" del lavoro, il mattino successivo.

Prima di tutto, cercate di essere da soli, o con non più di un'altra persona. Una persona esperta - magari un collega - che non fosse presente durante il missaggio, può esservi d'aiuto.

L'obbiettivo di quest'ultima revisione, dovrebbe essere semplicemente quello di confermare la bontà del lavoro. Non si dovrebbe fare nessuna modifica, a meno che non ci si accorga di errori davvero importanti. Anche se un altro eventuale ascoltatore presente consigliasse alcuni cambiamenti, non eseguiteli ciecamente senza pensarci - può darsi che si sbagli.

Se avete presente come procede lo sviluppo di un software, vi accorgerete che questa "revisione mattutina" assomiglia molto al lavoro di eliminazione degli ultimi piccoli bugs che si esegue prima del rilascio di un programma - ovvero, dovete fare il minimo lavoro richiesto per sistemare un piccolo bug, nulla di più, e questo sempre che abbiate deciso di volerlo sistemare.
Se non è qualcosa di importante, lasciate perdere.
Se c'è una cosa che dovete evitare, è quella di cominciare a mettere tutto in discussione. Soprattutto, dovete evitare le "reazioni a catena".
Cosa intendo per reazioni a catena? Una reazione a catena è ciò che avviene quando si cominciano a fare modifiche che poi hanno impatto anche su altre cose, richiedendo ulteriori cambiamenti, che a loro volta ne provocano altri e così via. In genere succede una cosa di questo tipo:

- "Oh, forse dovremmo alzare leggermente quella percussione..."
- "Sì, facciamolo."
- "Ah... ora il rullante è troppo basso. Puoi schiarirlo un po'?"
- "Bene, ora è più chiaro. Ma... la voce non è abbastanza presente adesso..."
- "Hai ragione. Alzala."
- "Le chitarre sembrano aver perso un po' di dettaglio, ora."
- "Sì. Forse dovremmo provare a usare sulle chitarre un effetto diverso..."

Prima che ve ne accorgiate, avrete messo in discussione l'intero mix, e cambiato ogni cosa. E tutto ciò perché una percussione vi sembrava leggermente bassa. Ne valeva la pena? Ci sono buone probabilità che, una volta presa questa strada, starete in studio nuovamente fino a tarda notte, senza alcuna garanzia di un risultato migliore.

Per evitare tutto ciò, vi consiglio di valutare con attenzione se le eventuali modifiche che vi apprestate a fare siano davvero decisive. Siete sicuri di non poter lasciare tutto così com'è? Essere perfezionisti è una qualità, ma sperimentare nuovamente con un mix che considerate "finito" può avere una quantità di effetti collaterali di cui, nella fredda luce mattutina, si dimenticano le conseguenze.
Forse (riprendendo l'esempio precedente) quella percussione era leggermente più bassa perché l'avevate volutamente posta a quel livello, dopo esservi resi conto - la notte scorsa - che interferiva con qualche altro strumento.

E' facile dimenticare le ragioni alla base di certe scelte, il mattino seguente. Vi ripeto, lasciate tutto così com'è, se potete. Se proprio dovete fare una modifica, fermatevi e tornate alle impostazioni iniziali appena vi rendete conto che questi cambiamenti cominciano a interferire con altre parti. Non finite per "distruggere" l'equilibrio frutto del duro lavoro del giorno precedente.

Non solo ho visto accadere diverse volte cose di questo genere, ma ho anche visto come in molti casi, la "nuova versione" del mix, frutto della lunga revisione del giorno successivo (durata molte ore), suonasse molto peggio del "vecchio" missaggio concluso la notte precedente.
Imparate a fidarvi delle scelte che avete fatto il giorno prima, e intervenite nuovamente solo in caso di problemi importanti. E' questo il senso di quest'ultima revisione mattutina: assicurarsi che la notte precedente non foste completamente "impazziti" per la stanchezza. Se il lavoro suona bene, lasciatelo stare. Non ricominciate a muovere i fader.

Per la stessa ragione, evitate di invitare persone coinvolte nel progetto a questa revisione mattutina. Potranno ascoltare il mix più tardi. Questa sessione serve solo a voi (al massimo invitate un amico o un collega). L'ultima cosa di cui avete bisogno è la presenza di mezza band con i discografici al seguito. Prima che ve ne rendiate conto, ci saranno alcuni incompetenti a giocare con i fader, cercando di lasciare una propria "impronta" sul mix. Ma il mix è finito a questo punto, e dovrebbe essere considerato "intoccabile", a meno di problemi davvero gravi.

Se veramente vi rendete conto che sono necessarie modifiche, prima di farle, confrontate il mixdown della notte scorsa con quello che state ascoltando adesso. Naturalmente dovrebbero essere identici. Prima di toccare qualsiasi cosa, fateli suonare in contemporanea, passando l'ascolto da uno all'altro, per assicurarsi che siano veramente identici in ogni aspetto. Ancora meglio, su un sistema completamente digitale (un trucco che ho scoperto di recente), mettete i due mix in controfase. Dovrebbero cancellarsi a vicenda, con il risultato di un completo silenzio (a parte qualche residuo rumore dovuto a effetti come il riverbero, basati su algoritmi dotati di una certa randomizzazione).

In più di un'occasione, stavo per inviare al mastering un mix "con una sola modifica", per poi accorgermi all'ultimo momento (magari avevo già chiamato il taxi per andare allo studio di mastering) che sulla nuova versione mancava qualche strumento importante a causa di un mute attivato accidentalmente, o era assente un effetto per via di un cavo difettoso.
Insomma, penso abbiate capito perché insisto tanto sul cercare di lasciare tutto così com'è.

Nel caso - un paio di giorni dopo - vi rendiate conto che qualche piccola modifica è davvero necessaria, semplicemente spiegatela al tecnico di mastering, che potrà equalizzare, comprimere, o intervenire in altro modo sul mix, al fine di far uscire di più (o attenuare) gli elementi di cui c'è bisogno per ottenere il risultato desiderato. Arrivati a questo punto, questo genere di interventi da spesso risultati migliori rispetto a modifiche ad hoc sul missaggio stesso; inoltre, lavorando sull'intero mix (cioè su un'unica traccia stereo, NdT), si minimizza il rischio di eventuali reazioni a catena, che sono invece probabili quando si cominciano a ritoccare i livelli dei vari fader. Un altro aspetto positivo è il fatto che il tecnico di mastering ascolterà il lavoro con orecchie "fresche", e magari vi consiglierà di lasciar tutto così com'è, se riterrà che suoni già bene, senza ulteriori interventi.

Da un certo punto di vista, i tecnici di mastering sono come dei "medici", nel mondo della produzione musicale:

-  "Dottore, mi sembra che il mio mix non suoni bene!"
-  "Veramente? Mi lasci dare un'occhiata... capisco... non mi sembra nulla di grave, cerchi di non preoccuparsi."

Il mastering può essere un'esperienza molto rassicurante.

Spero che questa trattazione possa contribuire a chiarirvi alcuni aspetti sull'arte del missaggio, e ad aiutarvi a realizzare bellissimi mix in futuro!

Buona fortuna!

Jezar

Liberamente tradotto da Mix a pop song - 9 - Track Sharing per gentile concessione di AudioMelody



Commenti 

 
#1 Federico Loi 01-11-2014 00:00
Ho questo articolo in pdf, letto e riletto, una bibbia, non dice cosa fare ma come fare e una volta assimilati questi insegnamenti, lavorando in una stanza non trattata e a bassi volumi son riuscito ad ottenere un risultato come questo:

soundcloud.com/.../...
 
 
#2 Andrea 01-11-2014 10:33
Io lo trovo uno dei migliori tutorial (sebbene sia più un breve "trattato") sull'argomento mai realizzati.

Ad ogni modo la versione in PDF e questa sono frutto di due traduzioni diverse, e in alcuni punti ci sono delle differenze nel significato (sebbene in genere si tratti di sfumature).
 
 
#3 Federico Loi 01-11-2014 13:49
- Io lo trovo uno dei migliori tutorial (sebbene sia più un breve "trattato") sull'argomento mai realizzati.-

In effetti anche per me è più un trattato, ma mooolto illuminante, la mia esperienza è stata esaltante seguendo questi suggerimenti, come dimostra il link che ho allegato al commento precedente, altri "tutorial" del tipo fai così, fai cosà mi han portato a risultati che trovo deludenti, poi ovviamente l'esperienza porta a maturare e capire tante cose non scritte negli anni, non mi sono accorto delle differenze, ora le cercherò con più attenzione, comunque è a mio avviso il miglior contributo per chi fa home recording e ha la pazienza di leggere e ragionarci sopra.