E' importante prendere confidenza con gli strumenti di lavoro.
Per cominciare, inserite un riverbero corto in una mandata ausiliare, ed uno lungo su un'altra. Non vi serve altro per il momento.
Ascoltate la canzone, mettetela in loop.
Adesso allineate tutti i fader (dei canali del mixer, NdT) in una posizione intermedia. Veramente! Tutti! Non cercate di regolare niente in particolare adesso, semplicemente tirate su tutto. Se il volume di uscita sul master è troppo elevato, abbassate un po' tutti i livelli. Per il momento, lasciate perdere le mandate, l'equalizzazione o qualsiasi altra cosa. Accertatevi soltanto che tutto sia tirato su.
Se sentite un suono simile a quello di un oscillatore, probabilmente c'è una traccia Time Code da qualche parte (si tratta di un segnale a onda quadra, utilizzato per sincronizzare due o più dispositivi, NdT). Di solito è sulla traccia 23 o 24, o comunque una traccia esterna del mixer. Ovunque sia, silenziatela. In genere non è pensata per essere ascoltata (sebbene delle tracce Time Code effettate siano state utilizzate in alcuni remix). Nel caso in cui la traccia Time Code venga inviata a un dispositivo esterno come una drum machine o un'altra apparecchiatura multitraccia, assicuratevi che l'averla mutata non comporti problemi.
Ora, mentre state ascoltando la canzone, alzate i fader delle parti che non riuscite a sentire, e abbassate tutto ciò che vi sembra suonare troppo forte. Usate il pan sulle tracce senza ragionarci troppo, giusto per spostare un po' di cose dal centro. Mantente al centro la cassa, il rullante, il basso e la voce principale. E ancora non toccate equalizzazione o mandate!
Ascoltate il pezzo alcune volte. Cercate di distinguere le varie parti ed etichettatele. Su computer o su un mixer digitale, di solito il software offre questa possibilità. Se state usando un mixer analogico fatevi uno schema su carta, o meglio ancora segnate le varie parti sotto i fader stessi, naturalmente facendo attenzione a non sciupare il banco. Se il banco è in metallo o in plastica, in genere potete scriverci usando una matita a cera (non usate pennarelli!). Se invece il banco ha una fascia in similpelle (o non siete sicuri che la vostra matita sia facilmente cancellabile), potete utilizzare una striscia di nastro adesivo da attaccare per tutta la lunghezza della console. Alcune persone preferiscono usare sempre una striscia di nastro adesivo, che può essere appiccicata su un muro dello studio (o altrove) una volta finito il lavoro, e riposizionata sul banco nel caso ci siano da fare delle modifiche. Comunque sia, state sempre attenti a non danneggiare la console.
A questo punto, cercate di farvi uno schema mentale di massima circa il posizionamento dei fader, o memorizzate la loro posizione tramite il software. Non state ancora missando, state solo familiarizzando con le parti nelle varie tracce.
In un ambiente di missaggio software, potete accorgervi immediatamente se ci sia dell'audio o meno in una specifica traccia, semplicemente osservandola. Con i vecchi sistemi analogici, beh, dovete ascoltare. Se una traccia vi sembra vuota, lasciate il fader ad un volume abbastanza elevato (magari pannatela su un lato) così da accorgervi immediatamente dell'eventuale presenza di qualcosa. Potreste scoprire di trovare – se il numero delle tracce era limitato – strumenti diversi sulla stessa traccia, in punti diversi della canzone.
Potrà sorprendervi sapere che ancora non siete pronti a mixare, quindi lasciate stare equalizzazione e mandate!
Anche se pensate di conoscere bene il contenuto di ogni singola traccia, non siete ancora pronti per mixare.
Ci sono alcune cose molto importanti da fare adesso, e poi questa è la parte divertente! E richiede tempo!
Cercate di capire come ogni parte delle registrazioni contribuisca alla canzone.
Ci sono parti chiaramente pensate per "lavorare" insieme?
Cosa intendo con questo?
Beh, poniamo ci sia una parte di percussioni, un tamburello; ascoltando tutte le varie tracce delle percussioni potreste trovare un altro strumento, poniamo una cabasa (strumento idiofono di origine africana, NdT) che "dialoga" con il tamburello. In genere queste cose lavorano bene in stereo, ad esempio mettendo il tamburello a sinistra, e la cabasa a destra. Cercate di capire quali siano il posizionamento sterefonico e il livello adatti a questo tipo di parti.
Anche altre parti possono dialogare; le parti di chitarra ad esempio. Provate a fare la stessa cosa, spostando una chitarra tutta a sinistra ed una tutta a destra. Forse suona un po' troppo accademico in questo modo? Provate dei pan meno accentuati. In questo momento state conoscendo la canzone, le intenzioni dell'artista e del produttore quando hanno scritto gli arrangiamenti.
Non abbiate paura di muovere i fader con decisione in questo momento, non state ancora mixando! E' molto importante ascoltare il pezzo da punti di vista diversi, ad esempio quello delle chitarre, quello delle parti ritmiche... spesso è utile mutare tutte le parti eccetto, ad esempio, le chitarre o la batteria, così da capire le relazioni fra queste parti stesse. Inoltre, segnatevi le parti che sembrano "cozzare" fra loro. A volte, in fase di registrazione, degli ascolti di scarsa qualità hanno impedito di accorgersi che certe parti proprio non stavano bene insieme. E' importante avere presente queste cose, se dovete mixare il pezzo.
Assicuratevi di aver letto qualsiasi appunto che sia stato lasciato insieme alle registrazioni. Io di solito uso carta e penna per le note, ma altri allegano file di testo per PC. Controllate bene se ci siano appunti di questo tipo. E' piuttosto imbarazzante passare un sacco di tempo per far suonare bene una certa traccia, e poi scoprire all'ultimo momento una piccola nota scritta a mano che dice: "Non usare la traccia 14, deve essere cancellata!". Allo stesso modo, ricordate che in molti casi non vi è richiesto di usare necessariamente ogni parte registrata; la band vuole anche un po' della vostra creatività, dopo tutto. E a volte, se "gonfiate" una parte, altre potrebbero non essere più necessarie.
Un'altra cosa su cui porre attenzione sono eventuali parti "vecchie" che, semplicemente, sono state dimenticate nelle registrazioni ma non devono essere usate. A volte non gli è nemmeno stato dato un nome. Se sentite suonare qualcosa di decisamente strano, nel dubbio, fate una telefonata all'artista o al produttore per chiedergli se quella parte vada davvero utilizzata. Spesso non è così! A volte (specialmente se alle registrazioni hanno lavorato più produttori) i tecnici hanno paura a cancellare le registrazioni di una versione precedente, e le lasciano lì nel caso "possano servire, non si sa mai". A Hugh Padgam (noto produttore inglese) è capitato di mixare un pezzo dei The Human League le cui registrazioni erano suddivise in 6 nastri da 24 tracce ciascuno (per un totale di 144 tracce!) semplicemente perché ogni produttore che aveva lavorato alla canzone non aveva avuto il coraggio di eliminare il lavoro dei colleghi precedenti. Ovviamente, la prima cosa che ha fatto è stata quella di passare molte ore a "sfoltire" le riprese, per ridurre il tutto ad una registrazione a 24 tracce, chiaramente più semplice da gestire. Questo tipo di comportamento non è molto corretto nei confronti dell'ultimo tecnico che si occupa del missaggio – gli fa perdere un sacco di tempo – ma sappiate che sono cose che capitano, come dovete ricordarvi che non è detto dobbiate usare tutte le parti registrate nel mix finale. Comunque sia, prima di fare scelte in questo senso, dovreste aver passato parecchio tempo a prendere confidenza con il contenuto delle registrazioni.
Una console con veri fader (da regolare manualmente, non con il mouse) velocizza moltissimo questo lavoro. Potete spostare i fader in un attimo e sentire davvero "le vostre mani" sulla canzone. Se lavorate con un software, potreste prendere in considerazione l'acquisto di uno di quei controller MIDI, piuttosto economici, con 16 fader reali. Anche altre apparecchiature possono essere utili in questo senso. Il mio campionatore Yamaha ha quattro potenziometri sul frontale, che possono essere configurati per essere usati come un controller MIDI. Con certi software questi controlli possono agire sui volumi, piuttosto che sui parametri delle tracce MIDI.
Se lavorando con un sistema MIDI, vi accorgete che alcune automazioni prevalgono sulle impostazioni del controller, provate a vedere se potete escluderle. In caso contrario, potreste provare a riconfigurare il controller per agire su "Espressione" piuttosto che su "Volume" (quasi nessuno automatizza l'Espressione), potendo così controllare i volumi senza modificare al tempo stesso i dati di automazione MIDI precedenti.
A questo punto, dovreste avere un'idea abbastanza chiara di come sia stata pensata la canzone, e avrete probabilmente segnato da qualche parte – su un foglio, o anche solo a mente – alcune cose da fare quando mixerete davvero il pezzo. Se invece non avete veramente nessuna idea, sinceramente, penso dobbiate ascoltare ancora un po' la canzone prima di pensare al missaggio, perché evidentemente non l'avete compresa abbastanza a fondo da poter lavorare su quei piccoli aggiustamenti che, in effetti, costituiscono la base del lavoro.
In queste situazioni, mi è capitato di fermarmi con il lavoro, e dire all'artista: "Mi dispiace, davvero non capisco come mettere insieme questo pezzo. Puoi spiegarmi l'idea che avevi in mente, da solo non riesco ad afferrarla." La gente di solito non si lascia sfuggire queste occasioni, ed è desiderosa di aiutarti.
Inoltre, assicuratevi di fare attenzione ad ascoltare – e capire – il testo della canzone, sia il contenuto emotivo che quello musicale.
Quando vi sentite sicuri di avere in testa una specie di "mappa" del pezzo, di "conoscerne il territorio", allora siete quasi pronti a cominciare a missare davvero.
E dunque, come si fa?
Arriverò alle tecniche di base fra un attimo ma, ad essere sinceri, quando avrete un po' d'esperienza, semplicemente saprete cosa c'è da fare, e a parte qualche imprevisto, non vi concentrerete poi troppo sugli aspetti tecnici; attiverete una specie di "pilota automatico" per spezzoni di circa mezz'ora, per poi fermarvi ad ascoltare cosa avete davvero fatto, e quindi andare avanti fino al completamento del lavoro.
Spesso alla fine di un missaggio – quanto tutto il lavoro è stato fatto, e tutti se ne sono andati – può essere utile esaminare con attenzione quello che davvero avete fatto, perche in realtà, molte volte non lo sapete, avete semplicemente usato le orecchie. E' utile studiare quel che avete fatto perché, nel caso vi troviate ad affrontare un lavoro simile in futuro, e per qualche motivo le vostre orecchie non riescano a guidarvi come dovrebbero, avrete comunque delle impostazioni da usare come riferimento.
Vi sembra un atteggiamento sbagliato? Un po' come "mixare con i numeri"? E' vero, non è l'approccio giusto, ma a volte non ci sono altre scelte. Capita che ci sia una sessione prenotata presso uno studio importante, e la mattina vi svegliate con un raffreddore così terribile che non sentite niente. Naturalmente la cosa migliore da fare sarebbe quella di lasciar perdere e trovare un tecnico che vi sostituisca, ma a volte non è possibile. Non c'è modo di annullare la sessione (sarebbero un sacco di soldi buttati, dovendo pagare lo studio e gli eventuali musicisti richiesti), e allora dovrete lavorare tutto il tempo con il "pilota automatico", usando quelle impostazioni che sapete essere abbastanza corrette, sperando che nessuno si accorga che voi non state bene. Potrebbe stupirvi, e anche deprimervi, scoprire quanto possiate riuscire a lavorare bene anche senza sentire quasi nulla! Il mio vecchio capo mi diceva spesso: "Jez, finché avrai due gambe, ti voglio qui ogni mattina – senza eccezioni!"
Ad ogni modo, sto divagando...
Liberamente tradotto da Mix a pop song - 1 - Familiarisation per gentile concessione di AudioMelody
Commenti
soundcloud.com/.../...
Ad ogni modo la versione in PDF e questa sono frutto di due traduzioni diverse, e in alcuni punti ci sono delle differenze nel significato (sebbene in genere si tratti di sfumature).
In effetti anche per me è più un trattato, ma mooolto illuminante, la mia esperienza è stata esaltante seguendo questi suggerimenti, come dimostra il link che ho allegato al commento precedente, altri "tutorial" del tipo fai così, fai cosà mi han portato a risultati che trovo deludenti, poi ovviamente l'esperienza porta a maturare e capire tante cose non scritte negli anni, non mi sono accorto delle differenze, ora le cercherò con più attenzione, comunque è a mio avviso il miglior contributo per chi fa home recording e ha la pazienza di leggere e ragionarci sopra.