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Mixare una canzone pop - Equalizzazione e trattamento delle parti principali

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Indice
Mixare una canzone pop
Prima di cominciare
Familiarizzare con il brano
Calibrate le orecchie con un mix di massima
Il missaggio vero e proprio
Usare un noise gate
Aggiungere le parti di pad
E' il momento di una pausa
Aggiunta delle parti principali e tecniche di equalizzazione
Equalizzazione: riduzione del rumore
Equalizzazione: riduzione delle armoniche
Equalizzazione: miglioramento del suono
Bong, Boff e brillantezza
Equalizzazione: posizionamento a distanza
Equalizzazione: creare spazio nel mix
Equalizzazione: livelli automatici nel mix
Equalizzazione e trattamento delle parti principali
Tracce condivise
Riepilogo: aggiungiamo le parti principali
Regolazioni accurate dei livelli del mix
La lucidatura finale
Registrare il mix su DAT o CD
Riepilogo

Come sintesi di quanto abbiamo detto fino ad adesso sulle tecniche di equalizzazione, spiegherò come utilizzarle sulle varie tracce, insieme ad altre tecniche quali la compressione.

In primo luogo, va valutato per ogni strumento se sia necessaria un'equalizzazione "di sicurezza". Per equalizzazione "di sicurezza" intendo un taglio sulle basse o sulle alte (o su ambedue) usando filtri roll-off, come precauzione per evitare certe problematiche.

Non dovreste farlo solo se necessario? E' corretto usare i filtri, restringendo la gamma sonora degli strumenti, quando potrebbe non esserci problema alcuno?

Forse. Dipende da quanto tempo avete. Ah, di nuovo la parola magica, "tempo"! Se di tempo ne avete poco, potrebbe essere complicato controllare le tracce singolarmente affrontando ogni problematica specifica. In genere, il tempo manca sempre quando siamo in studio di registrazione, e in ogni caso ci sono diversi motivi per cercare di lavorare più velocemente (ad esempio evitare di stancare l'udito), così non è raro vedere tecnici che utilizzano i filtri roll-off come prassi. Non credo sia un metodo sbagliato, a condizione che non abbia effetti troppo evidenti sui suoni in questione.

Dopo aver "ridotto" la gamma di frequenze con i filtri, e rimosso le armoniche indesiderate o potenzialmente problematiche, arriva la parte più divertente: concentrandosi su un singolo strumento, "giocare" sul suono con l'EQ. Ora, prima che la gente mi salti addosso, chiarisco subito che non sto assolutamente dicendo o consigliando di usare veramente l'EQ su qualsiasi suono!

Piuttosto, quel che state facendo adesso, non è utilizzare l'EQ per modificare il suono (non ancora, almeno), ma utilizzarlo come uno strumento per esplorare il suono - come fosse un microscopio. Sfortunatamente, è molto più difficile fare questa cosa tramite un'interfaccia grafica di un software, che con dei veri potenziometri. Se state lavorando con un software su computer, ci sono dei controller MIDI che permettono di controllare l'EQ tramite dei veri potenziometri, un approccio che troverete probabilmente più veloce e intuitivo rispetto al solo uso del mouse.

Per ogni suono, utilizzerete l'EQ per capire ciò che caratterizza quello specifico strumento. Lavorateci fino a identificare precisamente (con una curva stretta, NdT) quali siano le armoniche più interessanti. Per poi decidere se aumentarle di volume, abbassarle o lasciarle semplicemente come sono. Non equalizzate qualcosa per il solo gusto di farlo, assicuratevi di capire perché quello che state facendo funziona dal punto di vista sonoro.

Non esagerate con il caratterizzare il suono di uno strumento, a meno che non abbiate intenzione di collocarlo molto "dietro" nel mix, ad un volume che rischia di renderlo indefinito. Piuttosto - per gli strumenti che suonano parti musicali indipendenti - cercate di enfatizzare la "voce" di ogni strumento stesso, in modo tale che mantenga nel mix il suo ruolo e il suo posto pur essendo sufficientemente "grande" da riempirlo (il suo posto/spazio, NdT). Separate poi le varie parti usando la tecnica del posizionamento a distanza descritta in precedenza.

Per gli elementi che suonano insieme una stessa parte, spesso è una buona idea cercare di combinarli per farli funzionare come un solo "grande" suono, piuttosto che lasciarli indipendenti. Separarli, in ogni caso, può essere difficile poiché l'orecchio cercherà di unirli. Non ha molto senso combattere contro l'udito e il cervello provando a convincerli che le due parti sono distinte. Dal punto di vista musicale non lo sono, e in genere sono stati volutamente pensati in quel modo, in modo che possano essere combinati in un unico suono nuovo, più grande.

Far questo richiede un po' di impegno, ma può portare a risultati veramente buoni. Pensate alle caratteristiche voci "scat" (una tecnica per creare vocalizzi che imitano gli assoli jazz suonati con la chitarra, NdT) di George Benson che accompagnano le sue parti soliste di chitarra, e a come voce e chitarra si miscelino insieme a formare un nuovo, originale suono di chitarra. Allo stesso modo, al fine di unire dei suoni sintetici con, ad esempio, una parte di archi reali, si può ottenere un risultato decisamente più efficace e "pieno" provando ad unire le due parti in un nuovo suono di archi, piuttosto che lasciarle separate con un piccolo synth che sembra suonare sopra un'orchestra immensa.

Non è facile spiegare a parole, in un testo, quel che si fa quando si lavora con le parti principali di un missaggio; stavo per aggiungere alcune brevi osservazioni circa le questioni più comuni che ci si trova ad affrontare quando si lavora con alcune delle parti principali tipiche di un mix. Ma è impossibile sviluppare questo argomento in maniera completa per ogni strumento (ho provato e mi sono fermato, esausto, dopo soltanto un paio di esempi, comunque inadeguati e incompleti), e del resto questa trattazione è già abbastanza lunga. E soprattutto, parlando di singoli strumenti finiremmo per allontanarci dal nostro argomento principale, ovvero i principi generali del missaggio.

Io riassumerei l'argomento equalizzazione - al di là di quale specifico strumento stiate equalizzando - con l'utilizzare inizialmente l'EQ come strumento per analizzare in dettaglio il suono e le sue caratteristiche (per qualche minuto). Una volta acquisita familiarità con quel particolare suono, potrete decidere come trattarlo, e non necessariamente con l'EQ.

Per esempio, giocando ad utilizzare l'EQ come uno strumento di ascolto, potreste scoprire che un suono (magari una chitarra) ha potenzialmente molto "attacco" ancora non sfruttato. Come potreste fare emergere questo attacco? Forse potreste decidere di usare l'EQ, ma spesso c'è il rischio - specie con le chitarre - di ottenere un suono sottile, senza corpo e senza profondità. Piuttosto potreste decidere di usare un po' di compressione con un attacco lento, così da accentuare l'attacco dello strumento.

Liberamente tradotto da Mix a pop song - 8 - Equalisation and Processing The Main Parts per gentile concessione di AudioMelody



Commenti 

 
#1 Federico Loi 01-11-2014 00:00
Ho questo articolo in pdf, letto e riletto, una bibbia, non dice cosa fare ma come fare e una volta assimilati questi insegnamenti, lavorando in una stanza non trattata e a bassi volumi son riuscito ad ottenere un risultato come questo:

soundcloud.com/.../...
 
 
#2 Andrea 01-11-2014 10:33
Io lo trovo uno dei migliori tutorial (sebbene sia più un breve "trattato") sull'argomento mai realizzati.

Ad ogni modo la versione in PDF e questa sono frutto di due traduzioni diverse, e in alcuni punti ci sono delle differenze nel significato (sebbene in genere si tratti di sfumature).
 
 
#3 Federico Loi 01-11-2014 13:49
- Io lo trovo uno dei migliori tutorial (sebbene sia più un breve "trattato") sull'argomento mai realizzati.-

In effetti anche per me è più un trattato, ma mooolto illuminante, la mia esperienza è stata esaltante seguendo questi suggerimenti, come dimostra il link che ho allegato al commento precedente, altri "tutorial" del tipo fai così, fai cosà mi han portato a risultati che trovo deludenti, poi ovviamente l'esperienza porta a maturare e capire tante cose non scritte negli anni, non mi sono accorto delle differenze, ora le cercherò con più attenzione, comunque è a mio avviso il miglior contributo per chi fa home recording e ha la pazienza di leggere e ragionarci sopra.